A volte capita di aver bisogno di un prestito in un periodo di difficoltà economica o per affrontare una spesa imprevista: il matrimonio di un figlio, l’esigenza di cambiare auto, una spesa medica importante, l’acquisto non preventivato di un elettrodomestico e così via. E’ purtroppo altrettanto facile essere classificati come cattivi pagatori da banche e finanziarie: spesso basta il mancato pagamento di una sola rata di rimborso del prestito.
Quello che non tutti sanno è che questo non prelude per forza l’ottenimento di un nuovo finanziamento: esistono infatti i prestiti a cattivi pagatori, delle soluzioni che vengono incontro proprio a chi ha avuto questo tipo di problema ed è stato segnalato al Crif.
Vediamo quindi quali sono le tipologie di prestiti a cattivi pagatori disponibili, a chi si rivolgono, i requisiti necessari e come fare per richiederli e ottenerli.

Cosa vuol dire essere classificati come cattivi pagatori

Essere un cattivo pagatore significa essere iscritto nelle liste compilate dalle Compagnie di Rischi, dalla Centrale rischi della Banca d’Italia e dai sistemi di informazione creditizia (Crif), veri e propri database che vengono consultate da banche e finanziarie prima di erogare un prestito. Vi vengono iscritti tutti coloro che sono risultati insolventi o che hanno provveduto in ritardo al pagamento dei propri debiti; in genere vi rientra chi non ha pagato uno o più rate di rimborso di un prestito, chi ha emesso assegni scoperti senza pagare la cifra mancante entro i termini previsti dalla legge e chi ha avuto il sequestro di uno o più beni.
L’essere classificato come cattivo pagatore rende quindi più difficile ottenere un prestito o un finanziamento perché le banche e gli istituti di credito ritengono spesso troppo rischioso concedere denaro e chi rientra in queste “liste nere”.

Informazioni creditizie cattivi pagatori, di cosa si tratta esattamente?

Anche se molte persone abbiano avuto a che fare a vario titolo con il Sistema di Informazioni Creditizie (SIC) non sono in molti a sapere esattamente di cosa si tratta e come funziona.
Cominciamo con il dire che non finiscono in questo database solo coloro che hanno avuto problemi con il rimborso di un prestito o di un finanziamento, ma tutti quello che hanno richiesto un prestito, con qualsiasi esito della pratica.
In breve, il SIC è il sistema italiano di informazioni creditizie a cui si rivolgono banche e finanziarie quando hanno bisogno di valutare se rispondere in maniera positiva o negativa ad una richiesta di finanziamento da parte di un cittadino. Questo sistema si compone in realtà di più banche dati diverse, chiamate anche Centrali Rischi, sia a carattere pubblico che privato. Delle prime fa parte ad esempio la Centrale Rischi della Banca d’Italia, che riporta tutte le esposizioni superiori ai 75 mila euro; dalle seconde invece provengono tutte le esposizioni verso gli istituti finanziari aderenti.
Anche il CRIF, che viene spesso citato, è una delle banche dati italiane che operano in questo settore.

Per quanto tempo si rimane nelle liste dei cattivi pagatori

Come abbiamo visto, basta davvero poco per essere considerato un cattivo pagatore, ma è bene sapere che si tratta comunque di una situazione temporanea.
La durata della permanenza nelle liste dei cattivi pagatori dipende dalla gravità del ritardo nel pagamento; in genere si tratta di 12 mesi dalla comunicazione di regolarizzazione per chi ha saltato 1 o 2 rate mentre tutti gli altri pagamenti nel successivo lasso di tempo sono stati regolari, di 24 mesi dalla comunicazione di regolarizzazione per chi ha saltato 3 o più rate, sempre se i pagamenti successivi sono stati regolari, e di 36 mesi dall’estinzione del rapporto finanziario nel caso di grave morosità o di prestiti non rimborsati.

Come ci si cancella dalla lista dei cattivi pagatori

Per conoscere la propria situazione è sufficiente accedere al registro dei cattivi pagatori collegandosi online da un terminale delle Camere di Commercio.
Tutti i dati relativi a prestiti e finanziamenti presenti nel sistema di informazioni creditizie vengono cancellati automaticamente entro un lasso di tempo che dipende dal tipo di dato:

Tempi di cancellazione cattivi pagatori

TIPO DI DATOTEMPO DI CANCELLAZIONE
Finanziamento richiesto e in corso di valutazione6 mesi dalla richiesta
Richiesta di finanziamento rifiutata o rinunciata1 mese dal rifiuto o dalla rinuncia
Finanziamento regolarmente rimborsato36 mesi dalla data di estinzione del prestito
1 o 2 rate pagate in ritardo12 mesi dalla regolarizzazione, a patto che i pagamenti dei 12 mesi successivi siano sempre stati regolari
3 o più rate pagate in ritardo24 mesi dalla comunicazione di regolarizzazione, a patto che in quel periodo di tempo i pagamenti siano sempre stati regolari
Finanziamenti non rimborsati36 mesi dalla data di estinzione prevista o dall'ultimo aggiornamento dell'istituto di credito; il termine massimo non può mai superare i 5 anni dalla data di scadenza del rapporto

La richiesta di cancellare i dati da tale registro può essere inviata solo dal Presidente della Camera di Commercio, ma non prima di essere in possesso della riabilitazione, che certifica che tutti i debiti pendenti sono stati saldati.

Esiste anche la revoca al trattamento dei dati positivi, cioè le informazioni sui finanziamenti che sono stati regolarmente rimborsati; questa si può richiedere anche prima che siano trascorsi i tempi di cancellazione previsti e verrà effettuata dal Crif entro 90 giorni dalla richiesta come previsto dall’art. 6, comma 7 del “Codice di deontologia e di buona condotta per i sistemi informativi gestiti da soggetti privati in tema di crediti al consumo, affidabilità e puntualità nei pagamenti”.

Richiedere in anticipo la cancellazione dei dati creditizi positivi, però, non serve e non è conveniente per il richiedente: le banche e gli istituti di credito, infatti, consultano queste banche dati prima di concedere un prestito o un finanziamento e in questo modo non avrebbero una visione completa dell’affidabilità creditizia del richiedente. In questo modo, quindi, paradossalmente si potrebbero avere difficoltà nell’ottenimento del prestito pur non essendo un cattivo pagatore, ma solo perché mancano le informazioni positive che potrebbero spostare l’ago della bilancia nella decisione delle banche e che potrebbero anche compensare eventuali pagamenti in ritardo.

Attenzione alle truffe! Ci sono tuttavia alcune persone che finiscono nelle mani di truffatori nel tentativo di far cancellare prima dei tempi previsti i loro dati negativi dai database dei sistemi di informazione creditizia, cosa possibile solo quando vi si risulta iscritti a causa di errori o di azioni fraudolente nei confronti di chi si vede iscritto proprio malgrado. Può infatti succedere che qualcuno si appropri dei vostri dati personali per ottenere un finanziamento; di solito ci si accorge di essere vittima di questo tipo di truffa quando si cominciano a ricevere solleciti da parte di società finanziarie o quando ci si vede respingere una richiesta di finanziamento a causa di un prestito non rimborsato che non vi risulta di aver mai richiesto. In questo caso bisogna immediatamente sporgere denuncia alle Forze dell’Ordine, verificare i propri dati nel SIC e inoltrare la richiesta di cancellazione dei propri dati allegando copia della denuncia della truffa.

Ripetiamo: questo è l’unico caso in cui è possibile richiedere la cancellazione dei propri dati negativi dal SIC prima dei tempi previsti, diffidate quindi da chi vi chiede dei soldi promettendovi una cancellazione anticipata della vostra storia creditizia negativa. 

Come correggere i dati nel registro dei cattivi pagatori

Se si pensa che i propri dati siano riportati in maniera non corretta in questi registri è possibile richiedere la loro rettifica da parte del Sic. Questo può avvenire rivolgendosi direttamente alla banca o alla finanziaria con cui si è avuto il rapporto finanziario i cui dati sono da correggere oppure rivolgendosi a CRIF. Nel primo caso è possibile ottenere subito l’eventuale modifica dei dati in Eurisc, mentre nel secondo caso CRIF, che è semplicemente il gestore del sistema di informazioni creditizie, non potrà correggere direttamente i dati contestati ma dovrà richiedere una verifica all’istituto di credito e attendere un suo riscontro. Se entro 15 giorni l’istituto di credito non fornirà una risposta, CRIF oscurerà la visibilità dei dati contestati per tutto il tempo necessario a chiarire la situazione e a gestire la pratica in maniera definitiva.

Cattivi pagatori e protestati: facciamo chiarezza

Spesso l’iscrizione nelle liste dei cattivi pagatori del CRIF e il protesto vengono confusi tra di loro; pur trattandosi di due situazione che precludono o quantomeno rendono più difficile l’ottenimento di un prestito o di un finanziamento a meno che non si forniscano ulteriori garanzie, sono due cose differenti e non vanno confusi. Vediamo quindi di fare un po’ di chiarezza riguardo ai due termini.

  • segnalazione come cattivo pagatore: viene iscritto nelle “liste nere” del CRIF come cattivo pagatore e quindi considerato “finanziariamente inaffidabile” chi non ha pagato puntualmente anche una sola rata di un finanziamento o di un mutuo oppure ha del tutto saltato il pagamento di una mensilità della rata di rimborso. Non è una condizione permanente, in quanto si viene automaticamente cancellati dalle liste dei cattivi pagatori dopo un periodo di tempo commisurato alla gravità della mancanza, ma per tutto quel lasso di tempo può essere più complicato accedere ad un nuovo prestito;
  • protesto: si diventa protestati quando non si onora un debito sotto forma di titolo di credito, quindi un assegno o una cambiale. Ha conseguenze più gravi rispetto all’iscrizione nel CRIF: se per qualsiasi motivo il pagamento di una cambiale o di un assegno viene rifiutato, il creditore è autorizzato ad agire nei confronti del debitore con un atto di protesto, che ha lo stesso valore di un decreto ingiuntivo. Questo atto viene iscritto nel registro informatico dei protesti alla Camera di Commercio, Industria, Artigianato ed Agricoltura; la pubblicazione del nome del debitore nell’Elenco Ufficiale dei Protesti ha luogo in genere nei dieci giorni successivi.

L’importanza di costruirsi una storia creditizia

E’ importante capire che nel Sistema di Informazioni Creditizie (SIC) risultano iscritti sia i nominativi dei cosiddetti cattivi pagatori sia di coloro che hanno ottenuto e regolarmente rimborsato un prestito, ma anche anche chi lo ha semplicemente richiesto. In questa banca dati, quindi, risultano sia le informazioni positive sia quelle negative relative a tutti coloro che hanno richiesto un prestito. Paradossalmente una totale assenza di qualsiasi tipo di informazione su chi sta richiedendo il prestito può essere penalizzante quasi come una segnalazione come cattivo pagatore: significa in breve che la banca o la finanziaria non ha modo di capire se la persona che sta richiedendo un prestito può rivelarsi affidabile nel rimborso del capitale e dei relativi interessi oppure no. Le informazioni positive, invece, nella fase di delibera della concessione di un prestito sono importanti perché dimostrano che il richiedente in passato si è dimostrato in grado di pagare regolarmente le rate.

Cosa fare quindi se si ha intenzione di richiedere un prestito “importante”? Un’idea può essere quella di costruirsi (ovviamente in maniera legale) una storia creditizia positiva che dia fiducia a chi dovrà concedere il prestito. Spesso è sufficiente acquistare a rate un cellulare, un computer o un piccolo elettrodomestico e rimborsare con regolarità le relative rate di rimborso.

Cosa sono i prestiti per cattivi pagatori

Chiarito cosa significa essere un cattivo pagatore, risulta più chiaro capire perché spesso le banche rifiutano un prestito a chi risulta classificato come tale. Ciò non significa per forza che sia totalmente impossibile ottenere una somma di denaro in prestito: ci sono infatti i prestiti a cattivi pagatori, una specifica tipologia di prestito destinata proprio a chi in passato ha avuto disguidi finanziari. Ce ne sono di diversi tipi, adatti più o meno a tutte le esigenze, erogati sia da banche e finanziarie sia da privati cittadini, anche attraverso piattaforme online che limitano il rischio di non riavere il denaro concesso in prestito. Vediamo quindi quali sono le principali tipologie di prestiti per cattivi pagatori e quali sono le condizioni per ottenerli.

Prestiti a cattivi pagatori: il prestito con cessione del quinto

Tra i prestiti a cattivi pagatori concessi da banche e finanziarie c’è il prestito con cessione del quinto, che prevede che le rate di rimborso non siano pagate direttamente da chi usufruisce del prestito ma dal suo datore di lavoro, che lo preleva dal suo stipendio nella misura massima, appunto, di un quinto di quanto percepito.

Chi può richiedere un prestito con cessione del quinto

Per usufruire di questo tipo di prestito è necessario essere un lavoratore dipendente con un contratto a tempo indeterminato o determinato oppure essere un cittadino pensionato; in questo caso le rate di rimborso verranno prelevate direttamente dalla pensione, sempre nella misura non eccedente a un quinto della pensione stessa.

Questo tipo di prestito rientra tra i prestiti cattivi pagatori senza garante perché in questo caso lo stipendio o la pensione di chi ne fa richiesta costituisce in genere una garanzia sufficiente per banche e istituti di credito.

Questo però non vuole dire che non vengano richieste garanzie: come prima cosa, infatti, per chi lavora il prestito deve essere estinto tassativamente entro la scadenza del contratto di lavoro.
Anche il Tfr maturato dal dipendente che richiede il prestito viene preso in considerazione come garanzia, nel caso in cui si perdesse il lavoro o subentrassero altri problemi. Infine, soprattutto per i neo assunti che non hanno un buon Tfr, viene chiesto di sottoscrivere un’assicurazione obbligatoria rischio vita/lavoro.

Come funziona il prestito con cessione del quinto per cattivi pagatori

Questo tipo di prestito personale non finalizzato viene concesso abbastanza facilmente anche a chi è segnalato come cattivo pagatore perché la rata di rimborso viene trattenuta alla fonte, quindi direttamente dallo stipendio o dalla pensione del beneficiario. A versare le rate di rimborso non è quindi chi ha richiesto il prestito ma il suo datore di lavoro, trattenendo l’importo direttamente dal netto in busta paga. Il datore di lavoro, tuttavia, non ha voce in capitolo sulla concessione del prestito, anche se verrà comunque contattato dalla banca per ottenere il suo benestare, cioè la conferma del contratto del suo dipendente. Nel caso dei pensionati questo ruolo viene svolto dall’ente di previdenza coinvolto. In questo modo anche i cattivi pagatori possono ottenere prestiti fino a 60 mila euro a tasso fisso.

Prestiti a cattivi pagatori: il prestito con delega o doppio quinto

Un’altra possibilità di ottenere una somma di denaro in prestito anche per i cattivi pagatori è costituita dal prestito con delega o doppio quinto, che si può richiedere quando si è già beneficiari di un prestito con cessione del quinto. In questo caso l’istituto di credito, d’accordo con il datore di lavoro del richiedente, può decidere di concedere un ulteriore prestito che potrà incidere per al massimo un altro quinto sullo stipendio o sulla pensione, per un totale pari al 40 per cento della somma percepita mensilmente.
Per la concessione del prestito con delega viene interpellato anche il datore di lavoro del richiedente perché questo tipo di prestito può essere attivato grazie ad una convenzione tra l’istituto di credito e il datore di lavoro stesso, che può anche rifiutare.

I requisiti per ottenere il doppio quinto

Anche in questo caso c’è la possibilità che questo tipo di prestito sia concesso anche a chi è considerato un cattivo pagatore, ma ci sono alcuni requisiti da soddisfare per il suo ottenimento. Il primo è ovviamente avere un lavoro fisso presso enti pubblici, enti statali o aziende private, ma per ottenere il doppio quinto, che consente di avere una somma più elevata rispetto alla normale cessione del quinto, il contratto deve essere obbligatoriamente a tempo indeterminato. Nel caso di un pensionato, invece, la cifra percepita mensilmente non deve essere inferiore a 443 euro.

Nemmeno in questo caso vengono richieste garanzie come ad esempio l’ipoteca su un immobile di proprietà, né è necessario presentare alcuna documentazione che giustifichi a cosa verrà destinata la cifra richiesta.
In genere la durata del periodo in cui viene rimborsato il prestito è compresa tra i 24 e i 120 mesi e, come avviene per la cessione del quinto, le rate mensili vengono trattenute direttamente alla fonte, quindi dallo stipendio oppure dalla pensione.

È inoltre possibile rinnovare il prestito delega prima che lo stesso scada, ottenendo così un nuovo finanziamento che, in parte, serve per estinguere quello in corso e non ancora concluso.

Prestiti senza cessione del quinto: i prestiti cambializzati

Ci sono anche persone che risultano iscritte alle liste dei cattivi pagatori e non possono produrre una documentazione sufficiente per ottenere un prestito con cessione del quinto o del doppio quinto. Cosa fare in questi casi? La possibilità che venga concesso un prestito è del tutto nulla? In realtà esistono anche prestiti cattivi pagatori senza cessione del quinto e il prestito con cambiali e uno di questi.

Prestiti cambializzati, chi può ottenerli e in cosa consistono

Si tratta dii una tipologia di prestito non finalizzato, cioè per il quale non viene richiesto di giustificare che uso si farà della somma di denaro eventualmente concessa in prestito. Possono richiedere questo tipo di prestito lavoratori dipendente, lavoratori autonomi, pensionati, neo assunti (con la firma di un garante) e cattivi pagatori.
Oltre alla firma mensile di una o più cambiali, che garantiscono la copertura della rata da corrispondere e in caso di mancato pagamento consentono il pignoramento dei beni del debitore, sono richieste alcune garanzie aggiuntive:

  • Tfr (Trattamento di Fine Rapporto) accantonato nel caso in cui il richiedente sia dipendente pubblico, statale o di aziende private
  • certificazione Inps nel caso dei pensionati
  • polizza vita stipulata da minimo due anni per i lavoratori autonomi
  • la firma di un garante per chi è stato assunto da poco e non dispone ancora di un sostanzioso Tfr

Non è invece necessario essere titolari di un conto corrente bancario.
Come funzionano i prestiti con cambiali? A fronte di queste garanzie, e soprattutto della firma di cambiali, il denaro viene quasi sempre concesso senza particolari problemi. La sottoscrizione di cambiali con scadenza mensile per un massimo di dieci anni porta al rientro del finanziamento e dei relativi interessi; hanno in genere un importo sempre uguale e sono calcolate con un tasso fisso.

Queste cambiali costituiscono un titolo esecutivo e, nel caso in cui non venissero pagate, chi ha concesso il finanziamento può procedere direttamente al pignoramento dei beni del debitore.

Prestiti a cattivi pagatori senza cessione del quinto: la documentazione necessaria

Per richiedere un prestito a cattivi pagatori senza cessione del quinto è necessario presentare una documentazione, che include una copia della carta di identità in corso di validità, il codice fiscale del richiedente, una utenza intestata e, dove necessario perché posto come garanzia, l’atto di proprietà e l’atto di provenienza di un immobile intestato al richiedente ed eventualmente l’atto di mutuo con le ultime rate pagate.
E’ poi fondamentale presentare tutta la documentazione relativa al reddito, quindi la busta paga per i lavoratori dipendenti a tempo determinato o indeterminato, il modello unico che attesta il reddito dei lavoratori autonomi oppure il cedolino della pensione di anzianità.

Se tutta questa documentazione risulta in regola, in genere una persona segnalata come cattivo pagatore riesce ad ottenere un prestito personale da rimborsare con un piano di ammortamento di sei anni al massimo.
Ovviamente, come prima di sottoscrivere qualsiasi tipo di contratto, il consiglio è quello di informarsi bene su ogni dettaglio e di leggere il contratto in ogni sua parte, dalle condizioni generali alle modalità di rimborso fino all’importo e alla scadenza delle rate e al tasso di interesse applicato, al fine di evitare spiacevoli sorprese.

Prestiti cambializzati tra privati, un’opzione per i cattivi pagatori

Un’altra opzione per ottenere un prestito anche se si risulta iscritti alle liste dei cattivi pagatori, e quindi malvisti da banche e istituti di credito, è quella del prestito cambializzato tra privati. E’ una buona soluzione per chi in passato ha avuto problemi con il rimborso di altri finanziamento o per chi non dispone di una busta paga o di un garante che possa farsi carico di eventuali inadempienze o ritardi nel pagamento delle rate di rimborso del prestito.

Per quanto riguarda i prestiti con cambiali tra privati, i due attori della transazione sono due privati cittadini, uno che concede il prestito e l’altro che riceve la somma pattuita, il tutto a seguito di una trattativa privata e senza che intervenga la mediazione di una banca o di una finanziaria: l’accordo viene raggiunto direttamente tra chi il creditore e il richiedente.

Per il rimborso della somma prestata e dei relativi interessi, colui che presta la somma di denaro chiede al debitore di emettere delle cambiali con carattere di esecutività nel caso in cui non venisse assolto il rimborso del prestito.

Un prestito tra privati di questo tipo ha come primo vantaggio quello di poter essere concesso a tutti, cattivi pagatori compresi; un altro dei suoi vantaggi è costituito dal risparmio su spese come quelle dell’accensione della pratica e delle assicurazioni obbligatorie richieste dalle banche. Spesso, inoltre, si possono ottenere tassi di interesse più convenienti in ragione del fatto che un privato non deve sostenere i costi di gestione degli istituti finanziari.
Inutile dire che per concedere o ricevere questa tipologia di finanziamento è d’obbligo rivolgersi a persone fidate e conoscere tutti gli aspetti legati a questo tipo di prestito, anche legali.

Prestiti cambializzati veloci per autonomi cattivi pagatori, come funzionano

Spesso una delle (poche) alternative a disposizione di lavoratori autonomi cattivi pagatori o protestati di avere un prestito veloce è costituita dal prestito cambializzato, che come abbiamo visto consentono a banche e istituti di credito di dare maggiore fiducia ad un richiedente che, in questo caso, oltre ad aver avuto problemi di ritardi o di insolvenza con finanziamenti precedenti, non possono esibire una busta paga e accedere quindi, ad esempio, ad un prestito con cessione del quinto.

Prestito tra privati cattivi pagatori: il social lending

Rimanendo nell’ambito dei prestiti tra privati a cui possono accedere anche i cattivi pagatori, è d’obbligo citare anche il social lending, una formula che risolve il problema di chi non si fida a prestare i propri soldi a qualcuno senza l’intermediazione di un istituto di credito.

Il social lending è quindi un sistema di prestiti peer to peer che gestisce i prestiti tra privati tramite piattaforme online ma senza intermediazioni bancarie.

Proprio questa assenza di intermediazione dà modo di ottenere tassi di interesse più contenuti, ma allo stesso tempo l’incontro tra chi richiede il denaro e chi lo presta, in genere due persone che non si conoscono, è agevolato da un piattaforma online, tramite la quale il denaro viene anche erogato e rimborsato con il tasso stabilito.
La garanzia di una maggiore sicurezza, soprattutto per il prestatore, è data dall’obbligo di iscrizione alla piattaforma, che inoltre assegnerà ad ogni iscritto un livello di affidabilità che influirà anche sulla percentuale di interesse applicata al prestito.
Tramite il social lending si possono richiedere e ottenere anche prestiti tra privati garantiti da cambiali; i due attori dell’operazione entrano in contatto sempre tramite la piattaforma e, una volta stabilita l’entità del prestito e il tasso di interesse, il debitore compila un certo numero di cambiali per restituirlo.

I marketplace per prestiti a cattivi pagatori

Un funzionamento simile caratterizza anche la formula del marketplace dei prestiti tra privati, di cui possono usufruire anche i cattivi pagatori, una formula che sta prendendo sempre più piede anche nel nostro paese. Anche in questo caso a fare da intermediario tra prestatore e richiedente non è una banca o un istituto di credito ma una piattaforma online, che però ripartisce i prestiti tra diversi creditori, limitando così i rischi.

Chi si iscrive a questi marketplace in cerca di un prestito si vedrà assegnare un profilo di rischio dato da diversi fattori, tra cui ovviamente anche l’eventuale segnalazione al CRIF come cattivo pagatore, cosa che farà automaticamente assegnare un profilo di rischio elevato, senza però precludere la possibilità di ottenere il prestito.
Per i debitori con un profilo di rischio elevato è importante pagare puntualmente tutte le rate di rimborso, cosa che permetterà di migliorare il proprio profilo di rischio e di ottenere la possibilità di accedere ad altri prestiti in futuro, anche se si risulta iscritti nelle liste nere del CRIF.

I più noti siti di social lending in Italia: Smartika e Prestiamoci

In Italia sono soprattutto due le piattaforme di social lending più conosciute e utilizzate e con uno storico di anni alle loro spalle, due fattori – la quantità di persone che le utilizzano e gli anni di operatività sul territorio nazionale – che sono in genere sinonimo di sicurezza e di affidabilità.
La prima, Smartika, è una piattaforma online attiva in Italia sin dal 2012 e in grado di fare incontrare la domanda e l’offerta nell’ambito dei prestiti tra privati, senza intermediari e quindi senza i costi elevati richiesti da banche e istituti di credito. Smartika opera come Istituto di pagamento regolamentato e vigilato da Banca d’Italia e per poterne usufruire, sia per concedere che per ottenere prestiti, è necessario che la propria identità venga controllata e che venga attentamente valutato anche il profilo di credito di ogni richiedente, per garantire la massima sicurezza nel rispetto della privacy.

Grazie a questa piattaforma peer to peer per prestiti tra privati è possibile ottenere somme di denaro che vanno da 1.000 a 15.000 euro, che possono essere rimborsate in un periodo di tempo che oscilla tra i 12 e i 48 mesi.
La procedura di richiesta e di eventuale concessione del denaro in prestito, anche per i cattivi pagatori, avviene completamente online: una volta effettuata la registrazione a Smartika, completa dell’inserimento di tutti i dati, e inviata la richiesta del prestito, al richiedente vengono mostrate tutte le offerte disponibili per lui in quel momento e le condizioni del prestito. Una volta accettate queste condizioni, il prestito avviene in tempi brevi e il denaro viene trasferito dal conto corrente dal prestatore a quello del richiedente.

Un’altra piattaforma di social lending molto apprezzata nel nostro Paese è Prestiamoci, che da 10 anni opera con l’autorizzazione e la vigilanza della Banca d’Italia, garantendo così la massima serietà.
Anche in questo caso l’intera procedura avviene online e si possono ottenere da un minimo di 1.500 euro ad un massimo di 25.000 euro, con un piano di rimborso che invece va dai 12 ai 72 mesi con interessi a tasso fisso. Se è in regola con tutta la documentazione necessaria e ha tutti i requisiti, il richiedente riceve la cifra di cui ha bisogno da diversi prestatori, che contribuiscono con cifre limitate e si dividono così il rischio di una eventuale insolvenza. Le rate mensili vengono invece rimborsate con un addebito diretto SEPA così da mettersi al riparo da eventuali dimenticanze.

Prestiti cattivi pagatori da familiari e amici

Per concludere la panoramica dei prestiti tra privati per cattivi pagatori resta da citare il prestito da famigliari o amici, quasi sempre una delle prime opzioni a cui si ricorre quando si ha bisogno di liquidità e non si hanno tutti quei requisiti che consentono ad un istituto di credito di concedere facilmente un prestito. Senza contare, ovviamente, che in questo caso si può riuscire a spuntare un tasso di interesse più contenuto per il rimborso del capitale. Ma come fare per avere tutte le carte in regola?

Se la somma è di una certa consistenza, per entrambe le parti in causa è consigliabile stipulare un accordo scritto, possibilmente ricorrendo alla consulenza di un notaio o di un avvocato, in cui esplicitare l’importo della somma versata, il tasso di interesse applicato, la cadenza e l’importo delle rate, le modalità del rimborso e tutte le informazioni che possono risultare rilevanti.
Per essere valido il documento dovrà riportare la data e dovrà essere registrato, riportando le generalità delle parti, i dati relativi al prestito e ovviamente le firma di creditore e debitore.
Infine, per essere in regola anche con l’Agenzia delle Entrate, il trasferimento di denaro dal conto corrente del creditore a quello del richiedente dovrà essere tracciabile e quindi avvenire con un bonifico bancario o con un assegno.

Prestito con fidejussione per cattivi pagatori

Ottenere un prestito per cattivi pagatori, di qualsiasi tipo, può non essere semplice per la poca fiducia in genere concessa da banche e finanziaria a chi ha avuto disguidi nel rimborso di prestiti in passato, è facile capire come le difficoltà siano ancora maggiori per chi, oltre a essere cattivo pagatore, risulta anche privo di una busta paga che ne attesti le entrate.

In questo caso si può ricorrere alla fidejussione, una formula che prevede l’intervento di un garante pronto a farsi carico delle rate di rimborso nel caso in cui il debitore non fosse in grado a far fronte ai propri impegni nei confronti della banca e che quindi tuteli il prestito.
Se si conosce quindi una persona che si fida da questo punto di vista d è disposto ad accollarsi l’onere di eventuali rate di rimborso non pagate si può dire di essere a cavallo.

La fidejussione è infatti un prestito per cattivi pagatori con garante e per la banca rappresenta un’operazione sicura perchè sarà un soggetto terzo, cioè il fideiussore, a far fronte a tutte le obbligazioni del debitore nel caso in cui questo si trovasse in difficoltà e non dovesse riuscire a pagare le rate mensili pattuite.

Il fideiussore che si vede costretto a far fronte a rate non pagate dal debitore inadempiente ha poi il diritto di rivalersi su quest’ultimo per rientrare in possesso della somma sborsata.

Prestiti cattivi pagatori senza busta paga: chi può fare da garante?

Come abbiamo visto, se si risulta cattivi pagatori e non si dispone di una busta paga grazie alla quale poter accedere ad un prestito con cessione del quinto, una delle poche possibilità per poter ottenere un finanziamento è quella di avvalersi dell’aiuto di un garante. Non basta però avere una persona che sia disposta a garantire per noi ed eventualmente a rispondere di ritardi o mancanze nel pagamento delle rate di rimborso: un garante deve infatti avere alcuni requisiti specifici, soprattutto nel caso in cui si esponga per una persona segnalata come cattivo pagatore.

Questi requisiti sono:

  • storia creditizia impeccabile: è forse uno dei requisiti più importanti per un garante che, come è facilmente comprensibile, per ricoprire questo ruolo non deve essere protestato e non deve avere segnalazioni in CRIF;
  • reddito: anche questo è di sicuro un requisito fondamentale. Per ricoprire il ruolo di garante, soprattutto nel caso in cui lo si faccia per una persona iscritta nelle “liste nere” del CRIF, è necessario dimostrare di avere un reddito sufficiente per far fronte all’eventuale pagamento di una rata del prestito ottenuto dal debitore principale. Bisogna quindi avere un contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, un reddito da lavoro autonomo certificata dalla dichiarazione 730 oppure una pensione di anzianità;
  • altri finanziamenti: sarebbe preferibili che il garante non avesse altri finanziamenti o mutui in corso, perché le rate di questi andrebbero per forza di cose ad intaccare il suo reddito.

Prestiti veloci per cattivi pagatori, un’opzione possibile?

Capita di aver bisogno di una somma di denaro in tempi ristretti o molto ristretti per far fronte ad una spesa imprevista e urgente. In questi casi, in genere, la somma viene accreditata a chi ne fa richiesta nel giro di 48 ore. Ma quella del prestito veloce è un’opzione praticabile anche per quelli che sono iscritti nelle liste dei cattivi pagatori?

Prestiti veloci, di cosa si tratta

I prestiti veloci, come abbiamo visto, sono una formula che viene incontro a chi ha bisogno di avere a disposizione una cifra non molto ingente nel giro di pochi giorni. In genere si tratta di prestiti di importo inferiore ai 5.000 euro erogati da banche o società finanziarie, che quasi sempre accreditano la somma richiesta sul conto corrente del richiedente nel giro di 48 ore dal momento di presentazione della domanda grazie ad un’istruttoria semplificata.
Si possono richiedere anche prestiti veloci online, sia a banche tradizionali che operano anche online sia a società finanziarie presenti solo sul web, ovviamente dopo averne verificata l’affidabilità.

Per richiedere un prestito veloce online è necessario fornire, oltre alle proprie generalità e all’importo di cui si ha bisogno, anche informazioni riguardanti il proprio lavoro e il proprio reddito, allegando poi alla domanda una copia di un documento di identità, del codice fiscale e di un documento che attesti il reddito mensile. La richiesta viene poi esaminata e, se la valutazione ha un esito positivo, il denaro viene accreditato sul conto corrente entro 48 ore.
Di solito si tratta di prestiti veloci senza garanzia, anche in ragione dei bassi importi concessi.

Come ottenere un prestito veloce per cattivi pagatori

E’ semplice capire come per una persona che in passato ha avuto problemi con il rimborso di precedenti pagamenti ed è quindi classificato come cattivo pagatore possa essere più difficile accedere ad un prestito di questo genere, ma non è detto che sia impossibile ottenere un prestito veloce per cattivi pagatori. Sebbene banche e istituti di credito giudichino più rischioso concedere un prestito veloce ad una persona segnalata nei SIC, ci sono banche e finanziarie che li offrono anche a cattivi pagatori, soprattutto in virtù del fatto che si tratta di piccoli importi, inferiori ai 5.000 euro. In genere, però, ci vuole più tempo per valutare la richiesta, prendendo attentamente in considerazione la situazione economica e reddituale del richiedente e di conseguenza il livello di rischio dell’intera operazione; al termine di questa procedura il denaro, in caso di esito positivo, viene erogato nel giro di 48 ore.
Quando viene concesso questo tipo di prestito, a cattivi pagatori ma non solo, viene anche fatta sottoscrivere una polizza di assicurazione che tutela entrambe le parti in gioco in caso di perdita del lavoro, infortuni che riducono o impediscono la capacità di lavorare e di morte.

Prestiti veloci per cattivi pagatori autonomi, cosa c’è da sapere

E chi ha un lavoro indipendente ed è segnalato come cattivo pagatore? Chi gestisce un’attività in proprio e non è stato puntuale con il pagamento delle rate di rimborso di prestiti precedenti è di sicuro in una posizione delicata, tuttavia può rivolgesi ad una delle finanziarie che erogano prestiti veloci a cattivi pagatori autonomi. Alla richiesta di finanziamento, oltre alla consueta documentazione, in questo caso va allegata una copia del modello Unico relativa all’anno fiscale precedente e tutte le informazioni che possono essere utili per capire e valutare al meglio la capacità creditizia del richiedente.
E’ bene ricordare che spesso un prestito a cattivi pagatori viene concesso con la formula della cessione del quinto; non avendo una busta paga il lavoratore autonomo che risulta anche cattivo pagatore risulta doppiamente penalizzato. Si devono pertanto trovare delle soluzione alternative presso finanziarie che propongono prestiti a cattivi pagatori senza cessione del quinto.

Un esempio di prestiti veloci a cattivi pagatori autonomi: Aliprestito

Le finanziarie che concedono prestiti a cattivi pagatori autonomi anche senza cessione del quinto non sono moltissime, visto che viene considerato un investimento a rischio; tra queste troviamo ad esempio Aliprestito, che opera anche online e che si può appunto contattare direttamente tramite sito web della finanziaria, compilando l’apposito form per avere un preventivo personalizzato completo di tutte le informazioni relative ai tassi di interesse, che nel caso di persone iscritte nell’elenco dei cattivi pagatori saranno purtroppo mediamente più alti proprio a causa del maggiore rischio che si assume la finanziaria che concede il prestito.
Qualsiasi finanziaria si scelga, è importantissimo agire nella massima sicurezza, leggendo sempre con molta attenzione tutta la documentazione fornita dalla finanziaria e verificando che siano sempre indicati l’informativa contrattuale, i termini e le condizioni a cui viene concesso il prestito e infine la ragione sociale, l’indirizzo e il numero di iscrizione presso l’albo degli intermediari finanziari della società che concede il finanziamento.

Prestito personale ipotecario per cattivi pagatori

Il prestito personale ipotecario è una tipologia di finanziamento che ha delle caratteristiche che lo rendono diverso da qualsiasi altro tipo di prestito personale. Vediamo quindi quali sono queste caratteristiche, come richiederlo e se può essere concesso anche a persone segnalate in CRIF.

Cos’è un prestito personale ipotecario e come funziona

Come dice il nome stesso, il prestito personale ipotecario è un tipo di finanziamento che prevede che la restituzione del prestito venga garantita da un’ipoteca; questa può essere posta su qualsiasi tipo di bene di valore adeguato, come ad esempio beni di lusso come gioielli oppure oggetti di antiquariato, ma il bene più comunemente utilizzato a questo scopo è un immobile, in genere la casa di proprietà.
Spesso si paragona il prestito personale ipotecario ad un mutuo, con il quale condivide il fatto di vedere la presenza di un’ipoteca sulla casa, ma altre caratteristiche lo configurano a tutti gli effetti come un prestito personale.
Una delle caratteristiche di un prestito ipotecario è ad esempio l’importo che è possibile richiedere, che può risultare anche molto elevato a fronte di un’ipoteca su un bene di grande valore economico.
La durata del relativo piano di ammortamento del prestito può essere anche molto lunga; in genere se l’importo richiesto è elevato a durata del rimborso di un prestito ipotecario può essere anche molto più lunga rispetto a quella di un normale prestito personale.

Queste caratteristiche, tuttavia, variano molto in base ad alcuni fattori, tra cui il valore del bene ipotecato, le esigenze del richiedente e in base al soggetto che eroga il prestito ipotecario; proprio per questo motivo, se si è interessati a stipulare questo tipo di finanziamento, sarebbe bene richiedere più di un preventivo, sia presso gli uffici di banche e finanziarie sia online, controllando ovviamente che il soggetto sia affidabile.

E’ conveniente sottoscrivere un prestito personale ipotecario?

Uno dei vantaggi più evidenti di un prestito personale ipotecario, come abbiamo detto, è rappresentato dalla possibilità di ottenere importi anche elevati e di poter rimborsare il capitale e i relativi interessi in tempi relativamente lunghi.

C’è però anche un rovescio della medaglia: prima di sottoscrivere questo tipo di prestito sarebbe meglio valutare molto attentamente la propria solvibilità e contrattare una rata inferiore alle proprie effettive possibilità economiche, in modo da essere sicuri di poterle rimborsare anche in caso di una diminuzione del reddito o di altre spese impreviste. Inoltre è bene assicurarsi che l’importo concesso sia realmente equivalente al valore del bene ipotecato.

Prestiti con ipoteca per cattivi pagatori, i documenti necessari

La documentazione per richiedere un prestito con ipoteca non differisce poi molto da quella necessaria per ottenere altri tipi di prestito personale. In genere, infatti, vengono richiesti una copia di un documento di identità in corso di validità del richiedente, un documento che ne attesti il reddito (quindi la busta paga per i lavoratori dipendenti a tempo determinato o indeterminato, un modello Unico per i lavoratori autonomi e il cedolino della pensione per chi è ormai in pensione) e un documento che attesti la residenza di chi richiede il prestito.

Nel caso del prestito con ipoteca, in più, la banca o l’istituto di credito a cui ci si rivolge richiede un documento che attesta il possesso del bene che si intende ipotecare; la proprietà di questo bene deve essere al 100 per cento di chi richiede il prestito, in caso contrario è necessario ottenere e presentare l’autorizzazione da parte della persona o delle persone che ne detengono le restanti quote.

Le tempistiche per la concessione di questo tipo di prestito, infine, possono essere più lunghe rispetto a quelle necessarie per altri tipi di prestito a causa dei tempi di valutazione del bene proposto come ipoteca da parte della banca.

Prestito ipotecario: cosa succede quando non si paga il debito con la banca?

L’ipoteca che viene posta sull’immobile da parte della banca quando viene sottoscritto un prestito ipotecario implica senza dubbio che in caso di insolvenza da parte del debitore o di mancata risoluzione del contratto la banca o comunque l’istituto che ha erogato il prestito diventino proprietari del bene ipotecato e che possa venderlo per rientrare in possesso della somma finanziata. Fino a quel momento, in ogni caso, il beneficiario del prestito è il solo proprietario dell’immobile ipotecato.
Una nuova norma, però, stabilisce che non è possibile pignorare l’immobile ipotecato se questo è la prima casa del debitore e l’unico immobile da lui posseduto.

Prestiti a cattivi pagatori: il prestito con garanzia titoli

Nel panorama dei prestiti a cattivi pagatori c’è anche il prestito con garanzia titoli, un’ulteriore possibilità di ottenere liquidità per chi ha avuto problemi in passato e risulti anche privo di busta paga e di altri tipi di garanzie. Per accedervi bisogna risultare in possesso di un deposito titoli che comprenda azioni, obbligazioni, fondi comuni di investimento oppure altri strumenti finanziari.
Utilizzandoli come garanzia del prestito, la banca o l’istituto di credito a cui vi siete rivolti per il prestito può decidere di concedere un finanziamento, se l’importo dei titoli è tale da coprire del tutto o in buona parte la somma di denaro erogata.

In questo caso il titolare del prestito deve ovviamente tenere conto del fatto che gli strumenti finanziari vincolati in favore della banca non saranno a sua disposizione fino alla restituzione del debito o, in alternativa, fino a quando la banca non gli permetterà di fruirne.

Prestiti per cattivi pagatori: il prestito su pegno

Negli ultimi anni sembra essere tornata di moda una tipologia di prestito che era ormai caduta in disuso: stiamo parlando del prestito su pegno, una forma di finanziamento a cui, per via delle sue caratteristiche specifiche, possono accedere anche i cattivi pagatori e i protestati, ovvero da tutte quelle persone che possono incontrare qualche difficoltà nel richiedere altri tipi di prestito personale presso banche e finanziarie. La presenza di un oggetto dato in pegno, infatti, costituisce quasi sempre una garanzia sufficiente per chi deve concedere il prestito, anche se in passato il richiedente ha avuto problemi nel rimborso di precedenti finanziamenti. Anzi, può persino capitare che non ci sia una fase di istruttoria vera e propria e quindi un controllo della storia creditizia del richiedente; proprio per questo motivo si tratta in genere di prestiti veloci da ottenere.

Prestito su pegno, di cosa si tratta

In poche parole, il prestito su pegno è un finanziamento che viene concesso a fronte della presentazione di un bene di valore che viene offerto come pegno, ovvero come garanzia; nel caso in cui il prestito non venisse rimborsato, infatti, il creditore (entro un termine di tempo stabilito) può tenere il bene e venderlo per rientrare della cifra prestata. Proprio per questo motivo non viene controllata la solidità economica o il merito creditizio del richiedente, in quanto il bene è una garanzia sufficiente.

Quali beni possono essere dati in pegno e come vengono stimati

Quali sono i beni che possono essere accettati da una banca o da una finanziaria in cambio di un prestito? Ogni singolo istituto ha il suo regolamento, ma in via generale sono accettati oggetti preziosi (gioielli, oggetti in oro o in argento, orologi pregiati, monete preziose, oggetti di antiquariato, quadri, pellicce e via dicendo), automobili, opere d’arte oppure anche oggetti di uso comune ma di un certo valore commerciale e facilmente vendibili.

Se il bene offerto come pegno viene accettato, la banca o l’istituto a cui ci si rivolge passerà a stimarlo tramite un perito incaricato: in base al valore attribuito all’oggetto si potrà calcolare l’entità della somma che può essere concessa in prestito.

Di solito, per quanto riguarda i preziosi, la somma data in prestito non potrà essere superiore ai 4/5 del valore stimato dell’oggetto, mentre per ogni altro tipo di bene dato in pegno l’entità del prestito non potrà superare i 2/3 del valore stimato dell’oggetto.
Ci sono comunque un’entità minima e una massima del prestito da erogare, cifre che cambiano da banca a banca, così come per ogni banca è fissata una durata minima e una massima del periodo di rimborso; di solito si va dai tre ai dodici mesi, quindi si tratta in genere di un periodo molto breve.
Una volta stimato il bene e deciso l’ammontare del prestito che può essere concesso, infine, l’operazione si perfeziona con il rilascio della polizza da parte della banca e con la consegna del bene, che viene custodito dalla banca in appositi locali sicuri.

Le condizioni dei prestiti su pegno

Come per tutti i tipi di prestito, è importante controllare bene che il tasso di interesse applicato sia al di sotto della soglia di usura; in questo caso specifico, poi, bisogna verificare anche il costo della custodia del bene stesso, che spesso viene conservato in appositi locali blindati.
Nel contratto, in ogni caso, devono essere riportate con esattezza tutte le condizioni economiche relative al prestito, il tasso di interesse applicato, le tempistiche per la restituzione, le condizioni per il rinnovo e il luogo dove il bene dato in pegno verrà custodito per la durata della restituzione del prestito.
Una precisazione importante riguardo alla polizza rilasciata dalla banca: questa serve per il riscatto del bene in custodia, ma è al portatore, ciò significa che chiunque può presentarsi e ritirare il bene dato in pegno, ovviamente versando la somma di denaro stabilita.

Cosa succede alla scadenza del prestito su pegno?

Cosa succede al termine della durata del credito su pegno? Le possibilità sono due: il proprietario del bene dato in pegno restituisce l’intera somma presa in prestito più i relativi interessi e le spese e quindi riscatta l’oggetto oppure non può o non vuole restituire la somma; in questo caso la banca o la concessionario che ha concesso il prestito, trascorsi 30 giorni dalla scadenza della polizza, può mettere all’asta l’oggetto dato in pegno.
La somma ricavata dalla vendita dell’oggetto viene incamerata dalla banca a rimborso del prestito, dei suoi interessi e delle spese; nel caso in cui il ricavato della vendita dell’oggetto fosse superiore all’importo dovuto alla banca, l’eccedenza verrebbe consegnata all’ormai ex proprietario.

Non è un segreto che un’asta pubblica in cui vengono messi in vendita oggetti dati in pegno e non riscattati alla scadenza del prestito può essere un buon affare per chi vi partecipa, che può così acquistare pellicce, gioielli, quadri e oggetti vari a prezzi veramente interessati.
Le aste pubbliche vengono annunciate con avvisi che riportano il luogo, la data e l’ora in cui si svolgerà l’evento e i pegni in vendita con il relativo numero della polizza. Questi avvisi vengono in genere esposti nelle sale dove si svolgono le aste e nelle sale delle banche dedicate al credito su pegno.

Solitamente gli oggetti messi in vendita sono esposti nel corso dell’asta, in modo che i potenziali acquirenti possano prenderne visione; le offerte di rilancio devono essere fatte nel corso dell’asta pubblica e possono essere fatte anche offerte segrete se le modalità dell’asta lo prevedono. Il bene sarà assegnato al miglior offerente, che lo dovrà pagare in contanti al termine dell’asta.

I prestiti per cattivi pagatori di Poste Italiane

Sebbene anche Poste Italiane, che ultimamente propone anche prestiti e finanziamenti, controlli le liste del Crif prima di decidere se concedere o meno un prestito, le possibilità per i cattivi pagatori non mancano del tutto nemmeno in questo caso.
Chiariamo innanzitutto che al momento non esistono prestiti cambializzati di Poste Italiane; semplicemente l’azienda non gestisce questo tipo di prodotto finanziario. I prestiti di Poste Italiane per cattivi pagatori consistono principalmente nella cessione del quinto, un prodotto che viene chiamato Quinto Bancoposta. Vediamo di cosa si tratta, come funziona e chi vi può accedere.

Quinto Bancoposta, di cosa si tratta

Quinto Bancoposta rientra nella grande categoria dei prestiti personali con busta paga, in quanto le rate di rimborso sono trattenute direttamente dallo stipendio o dalla pensione del richiedente. E’ a tutti gli effetti un prestito con cessione del quinto, pertanto l’importo della rata di rimborso mensile non può superare un quinto dello stipendio o della pensione di chi ne fa richiesta.

Chi può richiedere Quinto Bancoposta

Come tutti i prestiti con cessione del quinto, anche Quinto Bancoposta può essere richiesto da lavoratori dipendenti, sia pubblici che statali, e da tutti i pensionati Inps. Possono accedere a questo tipo di prestito anche coloro che, a causa di precedenti problemi, risultano segnalati come cattivi pagatori o protestati poiché il fatto che la rata di rimborso venga trattenuta dallo stipendio o dalla pensione è una garanzia sufficiente.

Cosa sapere su Quinto Bancoposta

Per poter accedere a questo tipo di prestito di Poste Italiane non è necessario avere un conto corrente BancoPosta: l’erogazione dell’importo eventualmente concesso può avvenire, appunto, sul conto corrente BancoPosta del richiedente ma anche su un conto corrente bancario o tramite un assegno vidimato non trasferibile intestato al titolare del prestito.
E’ però obbligatorio stipulare una polizza assicurativa che copra il rischio vita e, per coloro che ancora lavorano, anche il rischio della perdita del lavoro.

Qual è l’importo massimo finanziabile con Quinto BancoPosta

La cessione del quinto di BancoPosta permette di accedere ad un importo massimo che varia in funzione dell’entità dello stipendio mensile o della pensione di anzianità di colui che ne fa richiesta.
Questo avviene proprio in funzione del fatto che la rata mensile di rimborso del prestito (e ovviamente dei suoi interessi) non può essere superiore, appunto, ad un quinto della cifra percepita mensilmente dal richiedente.
In linea generale, però, possiamo dire che l’Importo Totale Dovuto (chiamato anche Montante) non può in ogni caso superare i 150 mila euro per i dipendenti privati e statali (importo che si ottiene cumulando cessione del quinto e delegazione di pagamento) e i 70 mila euro per i pensionati.